Polonia, tra anacronismo e perplessità

Le polemiche non si sono fatte attendere, la controversa legge polacca è aggredita e denigrata da ogni fronte, numerose sono le associazioni che hanno accusato il governo polacco di negazionismo dell’olocausto, e ovviamente anche Israele ha detto la sua con il primo ministro Netanyahu letteralmente indignato.

Tralasciando l’anacronismo, la dubbia eticità, e l’evidente quanto banale inutilità di questa legge; il governo polacco con la delibera di questa norma ha espressamente dichiarato che la responsabilità della Polonia e dei suoi cittadini nei riguardi dell’olocausto è pari a zero, ma non è finita, chiunque dichiari pubblicamente il contrario rischierebbe 3 anni di reclusione presso un penitenziario, il punto focale della questione non è l’assurdità del negazionismo, che ovviamente spaventa, ma il fatto stesso che uno stato occidentale e sviluppato, membro dell’Unione Europea, abbia implicitamente imposto un limite, seppur piccolo, alla libertà di espressione e di pensiero.

Per quanto la colpa di tale atto sia imputabile esclusivamente al governo della Polonia, la verità è che una parte di responsabilità l’abbiamo anche noi, i cittadini europei, stiamo dimenticando; ormai gli orrori della guerra e gli stermini di massa sono solo video, film, libri e parole di anziani, generazione dopo generazione, la pace ha spento quegli ideali che portarono al cambiamento nell’immediato dopoguerra, sembra un paradosso, ma la pace porta alla guerra, porta alla guerra se la suddetta pace non è uguale per tutti, i diritti, lo sviluppo e la libertà devono essere per tutti, e non lo sono, la pace che viviamo non è perfetta, certo, ma bisogna preservarla e non far rivalere ideali anacronistici al minimo segno di crisi, perché è quello che sta accadendo, la crisi ha portato le persone ad indagarsi sulla giustezza delle istituzioni liberali, sulla legittimità dell’integrazione, ha riportato quei dubbi e quelle paure che negli anni ’20 e ‘30 furono micidiali; dobbiamo stare attenti, essere sempre pronti a migliorarci e a non ripetere gli stessi errori, perché è sempre meglio un futuro incerto che un passato orrendo.

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